La cosa che più mi spaventa
non è la morte
e tantomeno la sofferenza.
Quelle sono paure
che in qualche modo
posso anche sopportare.
Ciò che mi terrorizza
è presentarmi al guardiano della porta
provando quel senso di vergogna
per non aver reso gloria
ai doni ricevuti
per codardia o per pigrizia.
Cosa potrò mai dire
una volta che sarò lì
a mia giustificazione?
A nulla varranno in quel momento
il rimpianto e il pentimento.
La comodità e l’agio
che sembravano dei buoni amici
presenteranno il loro conto
e la paura che appariva così agghiacciante
si sarà completamente dissolta.
A me non resterà che rimanere solo con la mia miseria
per aver barattato dei diamanti luminosi
per quattro perline di plastica
che avranno smesso di brillare.
E allora, non potrò far altro
che salire su quel battello
lì pronto ad aspettare
chi come me si è perso
nella selva della vita.
Andrea Bellucci – 20.02.2024