La vita e la morte sono veramente così diverse?

Danza

Trascorriamo tutta la vita cercando in tutti i modi di esorcizzare la morte.

Ci spaventa, ci terrorizza e, nonostante ogni giorno siamo costretti a guardarla in faccia, facciamo finta di non conoscerla, di voltare lo sguardo dall’altra parte quando è nelle vicinanze, nella speranza che non ci veda e che per questa volta ci lasci stare.

Viviamo nell’oblio, nell’illusione che la morte non sia poi una cosa che interessi anche noi.

Ne siamo terrorizzati, ma questa paura invece di farci preparare al meglio a quel momento che tutti indistintamente ed inevitabilmente dovremo sperimentare, ci rende inermi, come il povero gattino che sta attraversando la strada e vedendo i fari della macchina che sopraggiunge, invece di accelerare il passo e mettersi al sicuro, resta lì in mezzo paralizzato.

La nostra Coscienza sa molto bene che quel giorno arriverà perché è una parte imprescindibile del ciclo della manifestazione e, nel momento in cui decidiamo di fare questo viaggio esperienziale su questo pianeta, possiamo solo comprare un biglietto di andata e ritorno.

Non c’è altra opzione. Possiamo scegliere se viaggiare in economy, in Business class o addirittura in Prima classe, ma salendo su quell’aereo per arrivare, sappiamo che su quello stesso aereo un giorno dovremo risalire per tornare a casa.

Ma allora, se questo è, perché ne siamo così spaventati?

Perché di fatto della morte non sappiamo proprio niente, così come non sappiamo niente della vita e nessuno ce lo insegna. Passiamo una buona parte della nostra vita sui banchi di scuola o intenti ad imparare, studiare ed informarci per accrescere le nostre competenze, ma praticamente nessuno ci racconta cosa siano veramente la vita e la morte e soprattutto, cosa veramente importante, se siano effettivamente due cose diverse, addirittura opposte ed esclusive, oppure se si tratti della stessa identica cosa che cambia forma a seconda di come la guardiamo.

Fortunatamente ci sono persone che con la morte hanno convissuto a lungo e ne hanno compreso la vera essenza, che sono lì al servizio per aiutare ognuno di noi a togliere questo velo con cui abbiamo da tanto tempo cercato di coprire la morte e che con la luce fioca della nostra capacità di discernimento proietta sulla parete un’ombra così maestosa e terrificante da farci scappare a gambe levate.

Frank Ostasesky

Una di queste persone è Frank Ostasesky, una grande anima che ha dedicato una vita all’accompagnamento nel fine vita, immaginando tanti anni fa un luogo in cui le persone potessero avvicinarsi al momento del ritorno a casa con serenità, accompagnati da persone amorevoli, discrete e completamente al servizio. Questo sogno si è tradotto in realtà nello Zen Hospice di San Francisco che ha fatto vedere al mondo come portando luce nella stanza dove abbiamo riposto la morte, ecco che ci rendiamo conto che a spaventarci e terrorizzarci non è tanto la morte, ma quel velo con cui l’abbiamo coperta per cercare di nasconderla alla nostra vista e, ancor più, la sua ombra proiettata sulla parete da quella fioca candela tremolante che abbiamo posto nelle vicinanze per illuminarla.

Quando entri in contatto con persone che dell’accompagnamento nel fine vite hanno fatto il proprio scopo, si percepisce subito qualcosa di speciale e si viene invasi da una senso di serenità e di pace.

Giovanni Berra

Almeno questa è stata la percezione che ho avuto io quando ho incontrato per la prima volta Giovanni Berra, anche lui una grande anima, che si è messa al servizio e che con grande sensibilità è delicatezza è lì per aiutarci a togliere pian piano quel velo e a farci vedere con nostro grande stupore che lì sotto in cui pensavamo di aver nascosto ai nostri occhi la morte, in realtà c’è la vita che con la morte è indissolubilmente legata in una grande danza di rinnovamento e di rigenerazione.

Assistere ad un seminario esperienziale di Giovanni è qualcosa che può veramente cambiare la propria vita.

Se si è pronti a svotare una parte del proprio zaino per far spazio a qualcosa di nuovo, ecco che ci viene donata una prospettiva della morte completamente nuova che illumina la vita stessa e ci permette di apprezzare ogni singolo istante di quel miracolo che viviamo inconsapevolmente ogni giorno annaspando faticosamente tra un impegno e l’altro senza avere la forza di fermarci un attimo a celebrare la bellezza della manifestazione.

Quando finalmente troviamo la forza e il coraggio di entrare in quella stanza e con determinazione di tirar via quel velo, ecco che nulla è più come prima.

La vita è lì, sicuramente impolverata che necessita delle nostre cure per tornare a splendere, ma ora sappiamo che con calma e dedizione possiamo farlo e a quel punto forse potremo arrivare al gate di imbarco per il viaggio di ritorno con il sorriso sulla bocca, godendo dei ricordi della bellissima esperienza che abbiamo fatto in questo viaggio e che ormai sono entrati a far parte del bagaglio con cui domani saremo nuovamente pronti per intraprenderne uno nuovo.

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