Nel film “Dio esiste e vive a Bruxelles” viene comunicata a tutti gli abitanti della Terra la data della propria morte, generando le reazioni più disparate.
Conoscere la propria data di morte come influirebbe sulla nostra vita?
Il tema della morte è sempre più un tabù e facciamo di tutto per esorcizzarla e per non doverla guardare in faccia, nonostante mai come in questa epoca siamo circondati da immagini di violenza e morte che ci hanno pian piano anestetizzato e disconnesso da questo principio universale.
La morte è insita nel concetto stesso di vita ed è proprio perché esiste la morte che prende così tanto valore la vita.
Così come ogni volta che incontriamo qualcuno sappiamo già che un giorno dovremo dirgli arrivederci, allo stesso modo nel momento in cui nasciamo sappiamo già che un giorno più o meno lontano dovremo concludere questa esperienza.
Eppure, è come se ci fossimo completamente dimenticati di questa legge universale e viviamo completamente disconnessi senza pensare minimamente a vivere pienamente ogni istante.
Sopravviviamo, questo sì, abbiamo imparato a farlo. Corriamo continuamente da una parte all’altra come la pallina di un flipper, di quelli grandi e luminosi con cui giocavamo nei bar da ragazzi.
Non abbiamo più la più pallida idea di cosa sia veramente vivere. Per vivere è necessario conoscersi intimamente e sapere quali sono i talenti che abbiamo portato in dono in questa esperienza e fare del nostro meglio per metterli a disposizione di tutti, perché questo è il vero senso della vita.
Non ce ne sono altri.
E’ per questo che nel momento in cui viviamo pienamente i nostri talenti proviamo un grande senso di soddisfazione. E’ il segnale che stiamo percorrendo la strada giusta e siamo fedeli al nostro Grande Piano.
Ma pochissime persone sperimentano questa condizione e invece di dedicarci anima e corpo a vivere pienamente i nostri talenti, sprechiamo il nostro preziosissimo tempo svolgendo attività che non sono in alcun modo coerenti al nostro piano di viaggio e così la nostra fiamma interiore pian piano si affievolisce fino al punto da non riuscire più a riscaldarci e proviamo così un grande vuoto interiore che cerchiamo di colmare in ogni modo. Compriamo sempre più oggetti, frequentiamo persone con cui non risuoniamo e che non ci arricchiscono, solo per non rimanere soli, perché abbiamo una paura cane di rimanere soli.
Il silenzio ci terrorizza, non riusciamo più a sostenerne il peso e così usiamo qualsiasi stratagemma per romperlo.
Ma se come nel film ad un tratto tutti ricevessimo un messaggio con la data della nostra morte, che cosa faremmo?
Forse riusciremmo a fermarci un attimo e a levarci in volo guardando la nostra vita dall’alto, con distacco e capacità di discernimento.
Ogni respiro acquisirebbe un valore tutto nuovo, sarebbe un vero e proprio tesoro da far brillare.
Non perdiamo nemmeno un attimo perché non sappiamo quando saremo chiamati a quell’arrivederci e in quel momento dobbiamo fare di tutto per farci trovare belli vivi e vegeti.
Percorriamo a piedi nudi il nostro sentiero, perché solo così saremo in grado di lasciare la nostra impronta unica ed indelebile così come ci è richiesto. Magari il percorso sarà accidentato e potremmo anche ferirci i piedi, ma saremo in grado di percepire ogni sensazione e vivremo ogni istante al massimo delle nostre possibilità.
Non c’è tempo da perdere, perché ne abbiamo già sprecato troppo.