Voglio uscire, voglio uscire.
Sto soffocando, mi manca l’aria.
Questo guscio che fino ad ora
mi ha protetto e fatto sentire al sicuro,
si sta stringendo ogni giorno di più.
La mia pelle brucia ad ogni suo contatto.
E allora allungo la mano,
riesco a toccarlo.
E’ morbido e caldo.
Provo a spingere
e lo sento cedere,
ma solo per poco.
Mi permette soltanto dei piccolissimi movimenti
e poi diventa rigido, resistentissimo, impenetrabile.
Lo afferro e lo stringo in mano,
con tutta la forza che ho.
Si plasma, ma non cede.
E’ la mia prigione.
Sono esausto.
Non riesco a trovare il suo punto debole.
Sento che sto per impazzire.
Ma che cos’è in fondo la pazzia,
Se non la capacità di vedere
quello che gli altri non riescono?
E nella mia pazzia, ho visto.
Quel guscio così resistente e all’apparenza indistruttibile,
è solo il frutto della proiezione illusoria
del guardiano che protegge il cancello della conoscenza,
affinché solo chi è realmente pronto lo possa attraversare.
Voglio uscire, voglio uscire, grido ancora più forte,
madido di sudore ed in preda ad un tremendo attacco di panico,
ma non arriva nessuno a salvarmi.
E quando ormai credo di essere sul punto di esalare l’ultimo respiro,
ecco che una luce nasce dal cuore e illumina tutto intorno.
Non vedo alcun guscio intorno a me.
Ora ne ho piena consapevolezza.
Non c’è mai stato.
Ma l’idea della sua presenza
lo ha reso così reale da farlo sembrare vero.
Ho freddo e mi accorgo di essere nudo.
Ho paura dell’ignoto che mi attende,
ma quella luce mi riscalda
e mi sta indicando la via.
L’aria fresca riempie i miei polmoni
e solo ora mi accorgo di non aver mai respirato
e di averlo fatto per la prima volta solo ora.
(Andrea Bellucci – 13.05.2023)