Il weekend è una grande conquista dell’uomo moderno che, grazie alla tecnologia, al miglioramento dei processi produttivi e a tutte le grandi innovazioni, ha la possibilità di godersi uno o due giorni di meritato riposo da poter dedicare in tutta tranquillità alle cose che più gli piacciono.
Sembra proprio una gran cosa, veramente un grande passo in avanti nell’evoluzione personale e collettiva.
E’ per questo che amo il weekend.
Il venerdì, quando in ufficio inizi a ricevere email in cui ti salutano augurandoti buon weekend, senti già la salivazione salire come accadeva al cane di Pavlov quando sentiva lo stimolo a cui inizialmente aveva associato il ricevimento del cibo.
E così le aspettative salgono alle stelle. Non possiamo sprecare neanche un attimo di questo meritato angolo di riposo tutto per noi.
Il weekend è sacro, parafrasando Lino Banfi nel film di Checco Zalone e perciò dobbiamo onorarlo al meglio.
Allora, già all’inizio della settimana cominciamo a pianificarlo con cura, riempiendo man mano di attività quelle due caselle del nostro Calendar di Google.
E ogni giorno che passa mettiamo qualcosa di nuovo in quei due giorni, come se fossero eterni e venissero meno le leggi che regolano l’incedere lento delle lancette in quella danza ritmica che ci guida e ci accompagna durante tutta la nostra esistenza.
E alla fine, eccoci. E’ venerdì sera e siamo pronti ad entrare nel nostro personale Eldorado.
Si è vero che durerà solo due giorni, ma in questo spazio possiamo finalmente sentirci noi stessi e fare quello che ci piace veramente.
E’ domenica sera e siamo esausti. Abbiamo corso talmente tanto da non ricordare nemmeno cosa abbiamo fatto e non vediamo l’ora di sprofondare nel nostro letto per provare un po’ di sollievo.
Il nostro letto riesce a lenire solo in superfice quelle profonde ferite che bruciano e che ci fanno male, un male che non riusciamo a comprendere, ma che ci rende instabili ed insofferenti.
Spenta la luce, nel silenzio assordante della nostra solitudine, appena prima di assopirci, ecco che una scintilla luminosa ci folgora e riusciamo a vedere qualcosa di cui fino ad ora non avevamo consapevolezza: il weekend è la nostra prigione.
Nulla è come appare nel mondo dell’illusione.
E comprendiamo finalmente il motivo per cui siamo arrivati così stanchi dopo il weekend, ma siamo pronti per reggere l’impatto di questa rivelazione?
Siamo veramente pronti a cambiare? Siamo disposti a sacrificare tutte le nostre certezze per vivere i nostri sogni più veri e i nostri talenti?
Un piccolo raggio di luce penetra tra le fessure delle tapparelle e ci colpisce come un fulmine.
Un altro lunedì è qui pronto per noi e anche questa volta saliremo su quella ruota che ci accompagna stancamente dall’altra parte dove un’altra ruota diversa, ma uguale, ci attende per darci l’illusione di qualcosa che di fatto non c’è.
Non c’è alcuna differenza. La ruota è sempre e solo una. Cambia forma e colore, cambiano le persone con cui siamo e cosa facciamo, ma non cambia la sua essenza.
La ruota non si può rallentare e non si può accelerare e finché saremo dentro, non potremo far altro che seguire il suo incedere.
Ma c’è una grande verità che non siamo ancora pronti a comprendere… la ruota non ha porte che ci tengano bloccati.
Possiamo saltare via in qualsiasi momento.
Il weekend, in modo molto subdolo, ci parla di questo ed è proprio il motivo per cui odio il weekend.
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