A partire dagli anni ’60 del secolo scorso, vari studiosi hanno iniziato a occuparsi di quelle persone dotate di una grande curiosità e di ottime capacità di apprendimento che si applicano con buoni risultati in molteplici campi, anche estremamente differenti tra loro.
Nel corso del tempo si è andata sviluppando una sorta di magnificazione di tale caratteristica, come se la specializzazione sempre più spinta a cui ci hanno allenato i moderni sistemi sociali e culturali, avesse la necessità di una controparte per potersi mantenere in vita e prosperare.
Vari psicologi, coach e motivatori hanno cercato di comprendere cosa accomunasse queste persone e come poterle inquadrare e incasellare, con l’obiettivo ultimo di creare dei modelli comportamentali che tanto piacciono a chi lavora sugli aspetti umani, sociali e comunitari.
La modellizzazione di un comportamento umano è sempre stato un obiettivo di chi deve gestire le masse perché di fatto permette di avere degli strumenti predittivi del comportamento che sarà manifestato in determinate situazioni e scenari di vita.
Avere a disposizione un modello predittivo affidabile per persone così creative e istrioniche in un sistema che si basa sull’omologazione spinta, diventa quindi una necessità impellente, per evitare che queste persone possano divenire dei catalizzatori di cambiamento incontrollato.
Se solo si riuscisse a trovare una scatola sufficientemente capiente e confortevole da contenere queste persone che per indole sono poco inclini al conformismo, sarebbe veramente un risultato eccezionale.
Sono stati investiti fondi di ricerca in tale ambito e sempre più studiosi e ricercatori si sono interessati a questi aspetti, cercando di creare qualcosa di accattivante che potesse attrarre queste persone ad entrare in questo nuovo bel recinto dorato.
Inizialmente si è iniziato a parlare di Generalisti, da contrapporre agli Specialisti, in piena obbedienza al Principio degli Opposti che regola la manifestazione, ma questa definizione non era poi così affascinante, perché a nessuno fa piacere sentirsi dire che è un Generalista che in fondo in fondo fa pensare a una persona che sa un po’ di tutto, ma che di fatto non sa fare bene niente..
Dopo vari tentativi poco fortunati, ecco che arriva il colpo di genio: signori e signori, a voi la Multipotenzialità (applausi a profusione e standing ovation).
“Ecco quello che stavo cercando da tutta la vita… finalmente ho capito chi sono… sono un Multipotenziale, che fico.”
Questa è stata la sensazione che ho provato io quando un amico con lo stesso morbo, mi ha consigliato di leggere il libro “Diventa chi Sei” di Emilie Wapnik.
L’ho letto tutto d’un fiato visto che chi ha questo morbo impronunciabile divora i libri come i pop corn al cinema e già dopo i primi capitoli mi sono detto: “cavolo, ma sta proprio parlando di me! Finalmente ho capito chi sono veramente.”
E in quel preciso istante è iniziato il vero disastro.
Si, perché nel momento esatto in cui ti riconosci con la definizione di Multipotenziale, senti quel click metallico del cancello della recinsione che si chiude. Li per li non capisci cosa sia accaduto realmente, ma poi se sei veramente dotato di quelle capacità con cui ti descrivono, percepisci che qualcosa non va.
Ti vogliono far credere che iniziare mille cose e cambiare interesse in continuo sia bello, ma di fatto non lo è e questo alone di romanticismo nasconde delle insidie estremamente pericolose.
Personalmente, dopo il primo periodo di euforia per essere riuscito a dare risposta ad uno degli interrogativi che praticamente mi ha sempre accompagnato nella mia vita, man mano che procedevo nel lavoro di ricerca interiore che ho iniziato dopo aver superato la fatidica soglia dei quarant’anni che per una persona è sempre un momento di riesamina personale ed interiore, ho iniziato a sentire sempre più forte uno stato di insoddisfazione associato al mio essere Multipotenziale.
Pian piano ho capito che quella lista interminabile di incompiuti che ho disseminato sulla mia strada, non poteva essere qualcosa di positivo e l’incontro con la Permacultura mi ha fatto comprende che effettivamente non lo era.
In effetti la Permacultura, che ha fuso insieme in un’operazione alchemica le antiche sapienze esperienziali e le moderne scoperte scientifiche per giungere alla progettazione di sistemi umani che si autosostengano, conferma che non c’è efficienza in un comportamento multipotenziale secondo la definizione comune, che quindi non è un comportamento sostenibile nel lungo periodo.
Le persone colpite dal morbo impronunciabile sono attratte in modo viscerale e irrefrenabile dalla conoscenza e divorano quantità impressionanti di contenuti in qualsiasi forma (libri, video, seminari, corsi, ecc.) e nella fase iniziale hanno una capacità veramente straordinaria di apprendimento. Questo gli permette di iniziare ad ottenere dei primi risultati presentabili in tempi veramente ridottissimi e possono tranquillamente sostenere una conversazione colloquiale anche con persone molto più esperte.
Non appena si è accesa una nuova fiamma, il morbo attiva dei meccanismi sofisticatissimi che alterano la percezione dell’incauta vittima, facendogli credere di poter trasformare nel giro di pochissimo tempo quella passione in una attività lavorativa, mollando tutto quello che sta facendo e di cui si è già ampiamente stancato e che per far questo è necessario investire in formazione e in attrezzatura.
Il morbo non si accontenta di iniziare con gradualità, vedendo se effettivamente c’è qualcosa di solido sotto al fuoco della passione, magari comprando qualcosa di usato e di poco costoso e poi successivamente facendo un graduale miglioramento, perché di fatto inconsciamente sa benissimo che nel momento in cui arriveranno le prime difficoltà, avverrà la fase dell’abbandono lasciando sulla strada un nuovo incompiuto.
Se andiamo ad analizzare l’energia in funzione del tempo per una nuova attività, avremo nella fase iniziale la necessità di investire risorse a fronte di risultati molto bassi proprio perché siamo in una fase di apprendimento. Man mano che facciamo esperienza, inizieranno ad arrivare i primi risultati e diminuirà la necessità di investire risorse, fino ad arrivare ad un punto di pareggio. Prima di questo punto avremo un bilancio energetico negativo, nel punto di pareggio c’è l’equilibrio e dopo il bilancio energetico diventerà positivo.
Se interrompiamo prima di aver raggiunto il punto di pareggio, abbiamo di fatto creato un deficit energetico e quindi la necessità di dedicare risorse che derivano da qualche altro processo che ha un bilancio attivo e cioè abbiamo di fatto eroso risorse.
Sulla base della mia esperienza personale, il comportamento multipotenziale in genere si caratterizza proprio per l’interruzione dell’attività e il passaggio ad una nuova passione, prima di aver raggiunto il punto di pareggio con la conseguente creazione di una spirale di erosione..
I principi della Permacultura “usa soluzioni piccole e lente”, “ottieni un raccolto”, “usa e valorizza risorse e servizi rinnovabili”, “non produrre rifiuti” mettono tutti in guardia sul pericolo insito nel comportamento multipotenziale.
Se ti ritrovi in quello che sto descrivendo e stai vivendo lo stesso senso di frustrazione che ho vissuto io, ti dico che non bisogna rammaricarsi e sentirsi dei falliti perché non si è in grado di portare a termine nessuna delle attività che si iniziano (di fatto non è vero perché un multipotenziale fa talmente tante cose che qualcuna anche se per errore la porta a termine), ma che serve solo iniziare un cammino personale di ricerca interiore per capire le cause profonde che portano ad interrompere ad un certo punto ciò che fino al giorno prima ci appassionava così tanto.
Personalmente, ad oggi posso dire di aver individuato questa causa nella paura del fallimento. Superata la prima fase di apprendimento rapido in cui si è lusingati dai complimenti di chi ci è vicino per i risultati raggiunti in tempi così rapidi ed iniziamo a percepire che la curva di apprendimento si sta appiattendo e che non progrediamo più come vorremmo, ecco che si genera insoddisfazione ed è proprio l’insoddisfazione a spegnere la fiamma della passione.
Una volta che la fiamma della passione si è affievolita e non proviamo più soddisfazione in quello che stiamo facendo, ecco che all’orizzonte si affaccia un nuovo interesse bello fiammante pronto per farci nuovamente entusiasmare.
Se entriamo in contatto profondo con la paura del fallimento e l’accettiamo, allora possiamo mettere a frutto le innumerevoli capacità che abbiamo acquisito nel corso degli anni, per trovare delle soluzioni veramente innovative e superare quei muri invisibili che di tanto in tanto vengono posizionati sulla nostra strada per mettere alla prova le nostre capacità e farci fare un salto evolutivo che di fatto è l’unico vero obiettivo da raggiungere in questa manifestazione.
E’ solo l’esperienza che ci fa evolvere e nell’esperienza c’è il fallimento, perché chi vuol percorrere strade non battute deve mettere in conto il fatto di sbagliare e solo la consapevolezza di avere tutte le capacità per rialzarsi e proseguire il cammino permette di non fermarsi.
Se si riesce a superare questo muro, ci si accorge immediatamente di quale sia la reale bellezza insita nella capacità di poter abbracciare tante cose così diverse e di riuscire a miscelare tanti colori per ottenere un quadro completamente originale.
Io, quando sento parlare di multipotenzialità con toni così trionfalistici, provo immediatamente un brivido che mi percorre tutta la schiena e sento la necessità di fermarmi un attimo a guardare con gratitudine tutti gli incompiuti che con molta fatica e tanta dedizione sto cercando di portare pian piano a compimento.
La Permacultura insegna che in epoca di stabilità prosperano gli specialisti, ma in epoca di incertezza prosperano i generalisti perché hanno uno zaino molto più variegato per poter rispondere alle condizioni mutevoli che caratterizzano tali epoche; quello che stiamo vivendo in questo momento è proprio un passaggio da un’epoca di stabilità ad una di incertezza e questo ridisegnerà lo scenario umano e sociale complessivo.
Allora, usciamo dal recinto dorato della Multipotenzialità, comprendiamo chi siamo veramente, non lasciamoci spaventare dal fallimento e portiamo a termine i nostri progetti. Impariamo a fare un bilancio energetico accurato delle nostre attività e solo nel momento in cui questo è in attivo, allora possiamo decidere di passare ad una nuova passione, perché in fondo in fondo la nostra fame di conoscenza e di novità non riusciremo mai a bloccarla del tutto perché di fatto è una delle nostre qualità più grandi che dobbiamo mettere a disposizione degli altri.